lunedì 11 settembre 2017

ESSERE VELOCI: Capitolo 4 - Il segreto dei maghi del bagnato

 



Ayrton Senna, Michael Schumacher, Jean Alesi, Jenson Button..   
Ci sono piloti che sul bagnato hanno sempre fatto la differenza.  

Nel Capitolo 1 abbiamo visto quali sono le traiettorie base per affrontare una curva in modo efficace su pista asciutta; sul bagnato le cose cambiano e non poco.  Oggi voglio condividere con te quelle che sono le tecniche base di guida sul bagnato che ho imparato sin'ora.  Sicuramente sono molte meno di quelle conosciute dai piloti citati sopra, ma spero le troverai utili  😁

Prima però facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa succede a livello fisico quando il fondo stradale diventa scivoloso:  
Ovviamente il coefficiente di attrito gomma-asfalto si riduce drasticamente e con lui la velocità in curva, ma non necessariamente le velocità in rettilineo; questo significa che le accelerazioni in uscita di curva e le frenate in ingresso diventano decisamente più importanti delle traiettorie in se. 
Le traiettorie perciò dovranno essere adattate in funzione della massima efficacia in frenata e accelerazione, ma in che modo?   


Ricordi quando ti parlavo di come lavora uno pneumatico e del modello ellittico



Come puoi vedere qualitativamente nel grafico, sul bagnato l'ellissi caratteristica dello pneumatico diventa più tondeggiante e stretta e la sua estensione dipende in modo molto più importante dalla velocità.  Cosa significa questo?

Significa innanzitutto che, se sull'asciutto la traiettoria è mirata a minimizzare il raggio della curva (e quindi la forza centrifuga) per aumentare la velocità di percorrenza, sul bagnato questo intento è vanificato dalla velocità stessa che va a ridurre drasticamente la massima forza centrifuga che gli pneumatici possono supportare.


In pratica, a prescindere dalla traiettoria, oltre una certa velocità l'auto letteralmente non gira; quindi non è tanto la velocità di percorrenza della curva a fare la differenza quanto il frenare il più tardi possibile e accelerare il prima possibile. 

In secondo luogo, il fatto che l'ellissi si avvicini maggiormente a un cerchio come forma significa che la diminuzione del coefficiente di attrito è più importante per le accelerazioni longitudinali che per quelle laterali.  Diventa quindi ancora più importante accelerare e frenare a ruote dritte e percorrere la curva a una velocità quanto più costante possibile.

In questi termini esistono 2 tipi di traiettoria che si rivelano efficaci in condizioni di pista bagnata: 

Vediamo la prima...   



Questa è senz'altro la più usata e la più sicura: si tira la staccata a ruote dritte fino all'ultimo momento possibile per poi percorrere la curva rimanendo sul lato esterno a velocità quanto più costante tenendo un filo di gas.  Finita la curva, a ruote dritte si riaccelera.  
Il motivo per cui non si va alla corda è fondamentalmente un tentativo di evitare il sovrasterzo, dato che sul bagnato è difficile da riprendere e comporta un'enorme perdita di tempo (anche più del sottosterzo, non a caso nel Turismo le auto a trazione posteriore difficilmente stanno dietro alle trazione anteriore sul bagnato).

La seconda invece...



... è teoricamente più efficace, ma decisamente più rischiosa e difficile da seguire: 
In fase di ingresso non cambia nulla; la grossa differenza sta nel fatto che, non appena diventa visibile l'uscita della curva (zona arancione), il pilota va a rallentare ulteriormente sfruttando l'alleggerimento del posteriore, dovuto al beccheggio dell'auto, per andare a chiudere la curva, raddrizzando e aprendo il gas in anticipo.
E' teoricamente più efficace perchè si percorre meno strada e si apre prima il gas; decisamente più rischiosa poichè, quando si va a rallentare per chiudere, è facilissimo perdere il posteriore dell'auto, così come il sovrasterzo di potenza è in agguato quando si apre il gas in anticipo.   


Scegliere l'una o l'altra traiettoria dipende perciò dalla stabilità di base dell'auto e dalla confidenza che c'è tra questa e il pilota. 
Molte volte, a dir la verità, a decretare la maggiore efficacia dell'una o l'altra traiettoria sono le caratteristiche della specifica curva: la pendenza, una pozza d'acqua, un cordolo possono diventare fondamentali nel definire la migliore traiettoria per affrontare una curva.

Bene! 
Conoscere le basi sulle traiettorie da bagnato ti consentirà di non fare la figura del principiante, ma non basterà se vuoi davvero fare la differenza. Vediamo perciò alcuni trucchi usati dai piloti migliori al mondo nella massima Formula.



Come ti accennavo, sul bagnato è cruciale evitare il sovrasterzo poichè è difficile da controllare e, nel controllarlo, si perde davvero tanto in termini di tempo sul giro; è necessario perciò guidare in un modo che stabilizzi l'auto in tutte le fasi della curva.

Michael Schumacher era famoso per essere in grado di farlo utilizzando l'acceleratore in fase di frenata. Sfiorando l'acceleratore in staccata, infatti, riusciva a limitare lo spostamento di carico verso l'asse anteriore dell'auto rendendo meno nervoso il posteriore; cosa che a sua volta gli permetteva di staccare più tardi e più forte degli altri. 


Un altro metodo largamente utilizzato è quello di giocare sulle cambiate in staccata, dove le scalate diventano più lente e meno aggressive, e in accelerazione, dove invece le cambiate sono anticipate e a giri più bassi. Tutto per evitare di destabilizzare l'asse posteriore dell'auto con sbalzi di coppia improvvisi. 

Un trucchetto che ha visto tra i suoi utilizzatori Jarno Trulli è quello di affrontare le curve dando dei colpi di sterzo decisi e con angoli esagerati. In questo modo il pilota evita il sovrasterzo in ingresso innescando volutamente del sottosterzo, stabilizzando l'auto e rendendola più facile da controllare. 




Adesso sai anche qualche trucchetto del mestiere, ma nel titolo ti parlavo di un segreto... 

Ebbene il vero segreto dei maghi del bagnato, quello che davvero permette di fare la differenza e di guadagnare anche un secondo al giro su tutti gli altri è la concentrazione!  

Guidare sul bagnato significa esplorare costantemente un limite che si sposta di giro in giro, di curva in curva. 

La capacità di percepire il limite e rimanerci su senza mai superarlo ne allontanarsi troppo da esso per tutta la durata di una gara è ciò che davvero separa i maghi del bagnato da tutti gli altri..  ed è tutta una questione di pazienza e concentrazione. 
Semplice  😉

Per quanto possa essere semplice mantenere la totale concentrazione per 1 o 2 ore..   Io non ci sono mai riuscito  😅

Adesso direi che abbiamo visto proprio tutto. 
Come sempre, se l'articolo ti è piaciuto non esitare a farmelo sapere con un LIKE 👍

Noi ci vediamo alla prossima..   Ciao!  😜


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